"Ok, niente panico!" pensò Nordoth, "Non tutto è perduto, posso sempre cacciarla fuori di casa e dire di non aver mai visto nessuno, nessuno penserà che la principessa sia venutaa casa mia."
La ferma mano del taglilegna questa volta tremava, la paura percorreva la sua schiena provocandogli continui brividi, i suoi sensi erano allarmati, cercava di rimanere calmo ma sapeva di essere in pericolo di vita.
Lo avrebbero sicuramente accusato di rapimento.
Sentì la porta aprirsi alle sue spalle, il suo collo si bloccò e il braccio si irrigidì, lo spiedo era ancora nella sua mano, avrebbe colpito.
Al rumore della porta, seguì il rumore di un passo leggero, si trattava del cane.
Meglio così!
Afferrò la principessa per il braccio, lei si divicolò, lui la strinse ancora più forte e la tirò fuori in malo modo dalla dispensa, si diresse verso la porta trascinandola, lei si aggrappò al tavolo.
La pentola oscillò pericolosamente, lui tirò più forte, lei disse: "Lasciami stare, per pietà, lasciami stare!".
Un pianto convulso, lacrime che le rendevano il volto sofferente e luccicante insieme, Nordoth ebbe pietà.
Lasciò cadere la ragazza, si diresse alla finestra, la aprì e disse, "Questa finestra non è visibile dalla strada, esci da qui, nessuno ti vedrà, ma vai e corri veloce, io non voglio avere guai per te!"